Casaleggio Boiro

È immerso nella natura in una porzione di Alto Monferrato ovadese particolarmente vicino alla Liguria; molto del suo territorio, dove vivono 370 persone, si trova all’interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo. Il Parco istituito nel 1979 e oggi Ente Aree Protette Appennino Piemontese, rappresenta una delle più vaste riserve naturali del Piemonte, al confine con la Liguria.

L’origine del borgo è sicuramente antica, non dimentichiamo che ci troviamo a brevissima distanza dai laghi della Lavagnina, dal torrente Piota e dalle sue miniere d’oro che rimasero attive fino ai primi anni del ‘900, ma che furono sfruttate dai Romani nell’antichità.

Il nome potrebbe derivare da “Casal Regiium” di origine Longobarda che ne confermerebbe l’esistenza in quel tempo e ancora in alcuni documenti sembra che sia confermata una pieve in quei luoghi nel V o VI secolo.

Data certa ed inequivocabile a conferma della presenza del borgo è in un documento del 1003, da qui comincia la storia documentata che trova gli stessi protagonisti e gli stessi eventi succedutisi sul territorio in un lungo lasso di tempo.

Paleologi, gli Spinola, i duchi di Mantova, i Grillo e Ristori sono solo alcune delle famiglie che sono state protagoniste nella storia del borgo e del suo castello. Proprio l’austero maniero è forse uno dei più antichi dell’intero territorio monferrino, datato X secolo come testimoniano alcune caratteristiche architettoniche proprie dell’epoca.

Costruito in cima ad un ripido sperone di roccia prospiciente alla Liguria, in posizione defilata rispetto al borgo, il castello è immerso nella natura e il percorso di avvicinamento, con la sua sagoma all’orizzonte, è piuttosto scenografico.

Per queste sue caratteristiche “paesaggistiche” nell’ormai lontano 1967, il castello fu scelto come location durante la realizzazione della versione televisiva dei Promessi Sposi di Manzoni, con la regia di Sandro Bolchi. Il maniero è stato scelto per rappresentare la residenza dell’Innominato, il Nido d’aquila dove si reca Don Abbondio in soccorso di Lucia.

Il castello, oggi di proprietà dei conti Guglia, ha subito nel XII secolo un ampliamento e ulteriori modifiche in epoca successiva, in quella rinascimentale ma soprattutto nel ‘700. Belle le bifore decorate ed interessante l’architrave di ingresso che presenta in rilievo una scena medioevale con cavaliere armato di scudo e lancia ed una figura femminile accompagnata da due leoni.

Fra gli edifici religiosi, la parrocchiale intitolata a San Martino ha una storia particolarmente lunga, la cui origine potrebbe risalire al XII secolo ma che deve la sua veste attuale alla ricostruzione avvenuta nel 1797 ed inaugurata nel 1835.

Gli attuali pavimenti in marmo bianco furono realizzati per volere e a spese del re Vittorio Emanuele.

 

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