Rocca Grimalda

Fra i comuni più importanti dell’Ovadese figura senza dubbio quello che ospita il paese di Rocca Grimalda, comune dell’Alto Monferrato situato su un’altura rocciosa il cui territorio è delimitato a ovest dal fiume Orba. Il comune è molto ampio rispetto al piccolo centro storico e occupa una strategica posizione fra il Mar Ligure e l’interno, verso la pianura Padana.

Dalla sua rocca in effetti si dominano le vie di comunicazione più importanti, il che rende questo luogo davvero strategico.

I primi insediamenti potrebbero addirittura essere di epoca preistorica, ritrovamenti archeologici confermano comunque un’origine preromana con protagoniste le tribù liguri che vivevano nella valle dell’Orba. Certa la presenza dei Romani e anche dei Longobardi dopo il ritrovamento nella località di Trionzo dei resti di una fortificazione a loro ascritta.

La particolare posizione del borgo rende la storia di Rocca Grimalda particolarmente burrascosa e densa di avvenimenti e di personaggi e caste che ne hanno avuto il possesso o almeno che hanno tentato di averlo. Dal X secolo appare il nome di Aleramo, poi quello dei marchesi del Monferrato e poi i marchesi di Gavi e ancora ai Malaspina e siamo solo nel 1300. Dopo secoli di storia e battaglie, nel XVIII secolo ecco irrompere sulla scena storica la famiglia genovese dei Grimaldi da cui poi il borgo assunse il suo nome definitivo.

Fino a quel tempo, come racconta anche il Manzoni, il territorio di Rocca Grimalda era coperto da boschi e da una folta vegetazione ma con l’avvento della famiglia genovese fu introdotta la coltivazione della vite che in breve tempo stravolse l’originario paesaggio. Dal 1736 il comune entrò a far parte del regno di Sardegna sotto i Savoia per poi seguire le sorti del Piemonte fino ai nostri giorni.

Il borgo medioevale è ben conservato e naturalmente è il castello a rappresentare la struttura architettonica più importante. Costruito come baluardo militare nel XIII secolo venne man mano ingentilito per assumere le caratteristiche del palazzo nobiliare simile ad una residenza.

La torre circolare spicca al centro del castello e sorge dalle mura difensive che un tempo ospitavano le prigioni, all’interno una bella scala elicoidale che sale i 5 piani della struttura.

Il castello è stato restaurato dagli attuali proprietari ed è la sede di un prestigioso B&B dove vengono anche organizzate cerimonie ed eventi che spesso occupano anche il bel giardino pensile.

Questo è inserito nell’elenco dei giardini storici del Piemonte e offre diverse ambientazioni dove il giardino è declinato in vari stili, da quello all’italiana, il boschetto, il giardino romantico, quello segreto e quello medioevale.

Il castello fa parte del sistema “castelli aperti” del Basso Piemonte ed è attivo nella produzione di vini del territorio che si possono trovare nelle sue antiche cantine.

A poca distanza dal castello si trova la chiesa di San Giacomo Maggiore del 1200 a tre navate, mentre dal lato opposto la chiesa di Santa Limbania, in cima ad uno sperone roccioso in posizione dominante sul fiume Orba. La chiesa ha probabilmente origini Alto Medioevali (dal 450 all’anno Mille), ma l’attuale aspetto si deve ad interventi avvenuti nel XVI e XVII secolo.

La Santa Cipriota, protettrice dei mulattieri, a cui è dedicata la chiesa era venerata a Genova dal 1300 e probabilmente questa dedica si deve ai Grimaldi. L’interno, a navata unica è ricco di decorazioni e dipinti di ottima fattura oltre ad uno splendido altare maggiore. La chiesa occupa con 5760 voti, il 47 posto nella speciale classifica indetta dal FAI dedicata ai Luoghi del cuore, una sorta di censimento dei luoghi da non dimenticare ma anzi valorizzare. Altri edifici religiosi sono l’oratorio di San Giovanni Battista e quello di Santa Maria delle Grazie.

In paese infine si trova un interessante museo dedicato alle maschere che accompagnavano le feste del calendario tradizionale italiano ed europeo, nelle sale trovano posto maschere in stile antropomorfo e quelle in stile zoomorfo.

Questa iniziativa che raccoglie reperti di grande interesse deriva dalla tradizionale festa carnevalesca chiamata “Lachera” ed al desiderio di non perderne la memoria.

Nel museo trovano spazio altre esposizioni di un certo interesse (www.museodellamaschera.it).

In un territorio così votato all’enogastronomia ricordiamo che proprio in questo borgo è preparata l’originale Perbueira, un piatto tipico piemontese, ma assolutamente particolare qui, una sorta di pasta e fagioli misti a cui è aggiunta una particolare tagliata. Ad agosto, nell’ultima settimana, in paese è organizzata una sagra a lui dedicata.

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