Sulla strada che collega Asti a Casale Monferrato, su un colle, sorge la città di Moncalvo, dove il termine città non è usato a caso, Moncalvo infatti fu insignita di tale denominazione da Carlo Gonzaga nel 1705 nonostante le ridotte dimensioni ed una popolazione di solo 3000 unità, questo titolo è ancora valido.
Ufficialmente “città più piccola d’Italia”, Moncalvo è stata anche insignita dal Touring Club Italia della prestigiosa Bandiera arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale conferito ai piccoli comuni dell’entroterra particolarmente distinti per le proprie eccellenze e per la qualità dell’accoglienza.
La storia di Moncalvo si perde nei secoli, sicuramente abitata dai Liguri prima e dai romani poi, è da prima dell’anno Mille che appare in testimonianze e documenti certi.
Fu prima un feudo, poi possedimento della chiesa di Asti e poi prima capitale del Monferrato sotto i marchesi di Monferrato stessi. Con il suo grande castello fu strategica per il controllo del territorio, occupando un posto da protagonista in centinaia di vicende storiche che si sono susseguite nei secoli, risorgimento compreso e fino ai giorni nostri. È stata assediata, distrutta, ricostruita, è passata di mano più volte a importanti famiglie nobili dai Paleologi al marchese di Ceva, dai Gonzaga ai Savoia ripetutamente.
Per la sua posizione strategica Moncalvo ed il suo grande castello, costruito sulla sommità della collina con attorno il tipico “ricetto” medioevale, fu punto di passaggio obbligato di schiere di eserciti talvolta amici ma più spesso nemici.
Il castello trecentesco costruito probabilmente da Teodoro I Paleologo fu probabilmente una residenza, utilizzata anche dai marchesi di Monferrato, prima di divenire nel ‘500 una fortezza a tutti gli effetti. Il castello fu per la maggior parte abbattuto dal comune nel 1878 per far posto ad un grande spazio che avrebbe ospitato mercati e manifestazioni varie, oggi piazza Carlo Alberto, impreziosita da un lungo porticato è sede per esempio della Sagra del Bue Grasso e di quella dedicata al tartufo.
Della fortezza restano parte delle alte mura, alcuni imponenti bastioni e una torre panoramica. Il complesso cominciò ad essere restaurato nel 2000 e oggi anche parte dei camminamenti sono stati valorizzati, sono percorribili e portano in punti panoramici da dove si gode un ampio e spettacolare panorama sulle colline e sulle Alpi. In uno dei torrioni si trova un’enoteca la cui sala interna si sviluppa in un camminamento trecentesco particolarmente suggestivo.
La già citata piazza si unisce senza quasi soluzione di continuità con quello che viene considerato il “salotto” della città: Piazza Garibaldi, circondata da bar e botteghe antiche, impreziosite da belle insegne di metallo dipinto. Sulla piazza si affaccia il teatro storico costruito ne 1878 e in piena attività.
Degli eventi storici che si sono susseguiti e che hanno contribuito alla prosperità di Moncalvo restano eleganti palazzi della fine del 1200, del 1400 e rinascimentali. Alcuni dei palazzi storici meglio conservati sono del ‘600 e del ‘700 fino a quelli ottocenteschi, alcuni dei quali si affacciano sull’antica via commerciale detta “La Fracia”, oggi via XX settembre.
Qui si trova per esempio Casa Lanfrancone, di origine medioevale, nonostante svariati interventi di restauro conserva ancora i sui distintivi tratti gotici, ad impreziosire l’antico edificio negli spazi a pian terreno.
Affacciati sulla via si trovano due negozi molto particolari, il primo offre eclettiche decorazioni d’interni, il secondo ancor più singolare di fatto è una Wander Kamera, una stanza delle meraviglie colma di oggetti naturalistici antichi o realizzati mantenendo lo stile mussale settecentesco.
Alcuni degli edifici storici più importanti sono il Palazzo Testa Fochi, il Palazzo dal Pozzo, il Palazzo Manacorda e poi Calegaris, il Palazzo de Maria del periodo Paleologo. Il Palazzo Municipale, nonché biblioteca e museo civico, del 1611, è stato fondato da Guglielmo Caccia, il grande artista noto come “il Moncalvo”, originariamente come monastero per le proprie cinque figlie poi divenute appunto monache.
Fra gli edifici religiosi, la Chiesa di San Francesco, parrocchiale dal 1783, edificata nel 1272 su un’altura chiamata Monteguardo, ha subito molteplici rifacimenti. Grande e piuttosto austera la chiesa conserva dipinti del Moncalvo e della figlia Orsola anch’essa pittrice. La chiesa della Madonna delle Grazie realizzata da Ottavio Magnocavalli, noto come il Magnocavallo, eclettico nobile architetto della metà del ‘700, estremamente prolifico a Casale Monferrato e in tutto il territorio monferrino, ispirato dal Palladio, si distingue per un uso creativo dei mattoni. Particolare la facciata in cotto con sei alte colonne sdoppiate mentre notevoli sono all’interno le decorazioni in stucco.
Sulla Fracia si affaccia poi la chiesa di Sant’Antonio abate, costruita nel 1623 sul luogo di un antecedente oratorio, anche questa chiesa conserva delle opere di Orsola e Guglielmo Caccia (il Moncalvo), preziosi tre paliotti in scagliola.
I paliotti sono il rivestimento della parte anteriore degli altari.
Rimanendo in tema religioso, particolarmente importante è l’antica sinagoga, oggi chiusa ma di cui si può vedere l’austera facciata, unico esempio di tempio di religione ebraica affacciato su una piazza principale e non nascosto nel ghetto.
Monacavo è vivace, ricca di negozi e di mercati e molte sono le manifestazioni che si ripetono ogni anno dal mensile Mercato d’antiquariato, alla sagra del Tartufo bianco, del Bue grasso e del bollito, fino alla cerimonia per la benedizione del cavallo che partecipa al tradizionale Palio di Asti.