Storia millenaria quella di Mombello le cui origini, condivise da molti altri borghi del territorio, risalgono almeno a II secolo d.C.
Il ritrovamento di un’antica moneta datata 254, infatti, ed altri reperti la collocano senza dubbio in quella lontana epoca. Qui i romani vi rimasero fino al V secolo, in seguito i vecchi insediamenti vennero occupati per almeno 200 anni dai Longobardi. È dal 1100 che il borgo di Mombello compare con continuità in tutta la storia che ha interessato il territorio, spesso rivestendo un ruolo da protagonista, sempre con una certa rilevanza storica, politica e culturale durante le epoche attraversate. Così come i suoi figli, impegnati in guerre, battaglie, contenziosi e spartizioni, fino al trattato di Vienna del 1815, a seguito del quale, la cittadina entrò a far parte del Regno del Piemonte e Sardegna ed in seguito, al Regno d’Italia.
Il paese sorge a poco più di 270 metri di altezza sul versante di un colle prospiciente il santuario di Crea, in vista della Valcerrina. Il suo territorio è davvero vasto, attraversato da chilometri di strade sterrate e sentieri che ne agevolano la scoperta.
Palazzi e siti religiosi costituiscono i luoghi di interesse del paese ad iniziare della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo probabilmente eretta poco dopo il 1100 all’interno dell’antico castello. Originariamente a tre navate fu fatta ricostruire secoli dopo con un’unica navata, all’interno dipinti della scuola del Moncalvo, sculture e un coro ligneo del 1600.
La chiesa di San Sebastiano, attualmente presenta una sobria facciata barocca, ma la sua edificazione risale a prima del 1200, costruita sulle rovine di un antico tempio romano. Altri edifici religiosi si trovano nelle frazioni che fanno parte del territorio comunale di Mombello.
Fra gli edifici che compongono il nucleo storico del paese spicca il Palazzo Tornielli, attualmente residenza privata e location per cerimonie ed eventi. L’origine del palazzo non è certa, ma una scritta incisa sull’arco di un portico reca la data del 1462, ma probabilmente si riferisce a lavori di ampliamento successivi alla costruzione. Splendidamente restaurato questa antica dimora ha attraversato epoche storiche che l’hanno arricchita di architetture e arredi. Qui, in questi saloni, Napoleone il 5 giugno del 1797 firmò il trattato di pace con la Repubblica di Genova.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 fu l’eclettico ingegner Tornelli, il costruttore del Castello di Cereseto, a ristrutturarlo ed arredarlo ricercando mobili d’epoca che ben si accostassero allo stile del palazzo. L’ultimo restauro risale agli anni ’90 del 1900. Oltre al meraviglioso loggiato, splendido è il giardino, di recente ideazione che trova spazio su un terrazzo delimitato dalle mura, probabile retaggio di antiche fortificazioni.
VERSIONE 2
Nonostante accurati studi di toponomastica sull’origine del nome ancora non si è fatta chiarezza, quel che invece è certo è che Morbello sia di antichissime origini, parliamo di insediamenti paleolitici di 90 mila anni fa. Ha attraversato la storia partecipando a tutte le vicende più importanti e condividendone gli eventi con i comuni dell’intero territorio monferrino e di parte di quello ligure. Sul suo territorio si susseguirono le dominazioni liguri, romane, longobarde, franche, per arrivare agli Aleramici e allo Stato Sabaudo.
Mombello è in collina, fra boschi di querce e di castagni, dove si inoltrano decine di sentieri spesso dotati di indicazioni per trekking a piedi o in mountainbike, il suo territorio inoltre è ricco di acque sotterranee.
Alla castagna è dedicata una festa verso la fine del mese di ottobre durante la quale sono anche offerti funghi porcini di cui i boschi sono assai ricchi, e visto che parliamo di feste, ricordiamo anche la “Sagra del cinghiale” che solitamente si svolge in agosto.
Posizionato sulla cima di un ripido colle, inciso da tre torrenti, si trovano i ruderi del castello di Mombello, una posizione particolarmente protetta dalla morfologia. Non è certa la data di prima edificazione ma sappiamo che nel 1100 fu in possesso agli Aleramici per passare poi di mano in mano fino alla parziale distruzione avvenuta tra il 1300 e il 1400. Dalla fine del 1500 fu poi in mano a Bartolomeo Malaspina che lo rese nuovamente abitabile, ampliandolo e arricchendolo di belle architetture. Una ulteriore parziale distruzione avvenne alla metà del 1600 per opera degli spagnoli. La fortezza, oggi messa in sicurezza dal comune, è visitabile, qui operano i membri dell’associazione Limes Vitae che, in collaborazione con la provincia di Alessandria e dell’Associazione Castelli Aperti, organizzano rievocazioni storiche di grande interesse e visite guidate.
Altri resti di fortificazioni dell’epoca medioevale sono la Torre del Ciglione e la Torre del Marocco. Fra gli edifici religiosi, la Parrocchiale di San Sisto, probabilmente edificata nel 759 ha offerto molti reperti archeologici e nel sottosuolo sono state rinvenute le spoglie di sacerdoti che qui avevano prestato servizio. La chiesa in stile romanico presenta tre navate sorrette da sei grandi colonne in pietra, di notevole pregio il coro e gli arredi della sagrestia scolpiti in legno di noce massiccio.
In Frazione Costa si trova poi la chiesa di San Rocco probabilmente edificata prima dell’anno 1000 e più volte modificata fino al 1840 quando fu ampliata e modificata in stile barocco.
Percorrendo un sentiero sterrato che conduce al Monte Laione incontriamo una grande quercia, monumento nazionale.