Immerso nel verde, fra le colline, ad un’altitudine di circa 200 metri, su una piana alluvionale fatta da detriti trasportati dal torrente Orba, ormai coperti di erba, il borgo sorge sulla sua riva destra.
Il territorio è ricco di sorgenti e la particolare natura del terreno, in special modo delle marne che appartengono ad una formazione geologica detta “gesosso-solfifera”, rende le acque di alcune risorgive particolarmente solfuree.
Queste sono state riconosciute dalla comunità scientifica, curative e le proprietà medicamentose sono note in paese già dalla metà del 1700 e venivano utilizzate per curare i reumatismi, i calcoli renali e malattie dello stomaco.
Non a caso nello stemma del borgo appare una fontana con acqua zampillante. Le sorgenti sul territorio comunale sono cinque: quella di Sovrana, di Albedosa, di Feja, di Cannone e di Lavagello dove l’acqua sgorga proprio nei pressi di un complesso turistico. Particolare curioso è che le analisi chimiche compiute nel 1951, nel 1959 e nel ’94 hanno riportato dati diversi rilevando una variazione nel chimismo delle acque che così variano anche le loro proprietà diversificando le patologie per le quali viene utilizzata ormai da secoli.
Il borgo ha origini antiche, probabilmente romane, l’originario castello fu probabilmente eretto intorno all’anno Mille dalla dinastia longobarda degli Obertenghi ma distrutto completamente nel 1500, al suo posto oggi sorge la recente Torre Buzzi in stile tardo gotico.
L’attuale castello fu edificato nel XIII secolo dai marchesi di Monferrato e modificato nel XVII secolo dai signori dell’epoca: gli Adorno di Genova. La fortezza domina il borgo intero, il suo aspetto austero e massiccio è ingentilito dalla presenza di numerose bifore con belle colonnine e archi scolpiti nel marmo. Tipiche dell’architettura dell’epoca sono delle aperture rotonde poste sopra gli archi delle finestre note col termine di “occhi di bue”. All’interno un grande cortile a forma quadrangolare che segue il perimetro interno della struttura ed un bel loggiato triplo cui si accede da una scala esterna. I merli che bordano il castello sono i tipici ghibellini a coda di rondine che si differenziano da quelli Guelfi che invece sono squadrati.
Il borgo aveva originariamente una cinta muraria e tre porte di accesso, successivamente intorno al castello e al ricetto venne edificato una seconda cinta muraria.
Il ricetto è una struttura di epoca medioevale tipica del Piemonte che consiste in una struttura fortificata formata da un gruppo di case che si stringono entro delle mura con torri difensive intorno al castello. Delle tre porte di accesso, due sono ancora presenti: la porta Berlina del 1300 e la porta Gagliarda. Fra gli edifici religiosi troviamo la chiesa di Sant’Innocenzo, vicino al cimitero, risalente all’anno Mille ed eretta sui resti di un tempio pagano con all’interno affreschi 400 e cinquecenteschi; la chiesa di Sant’Antonio Abate del 1300 e la originaria chiesa romanica di san Lorenzo radicalmente trasformata nel XVIII secolo.
Fuori paese si trova infine la chiesa di san Rocco risalente probabilmente al 1300 che fu più volte adibita nel corso dei secoli a lebbrosario.