Nella valle dove scorre il torrente Belbo, affluente del Tanaro, a 160 metri di quota fra le colline ricoperte di vigne, sorge il piccolo borgo di Carentino, di 330 anime: è una delle località dell’intero territorio monferrino abitate forse da più tempo. Durante i lavori di costruzione della ferrovia Alessandria – Acqui furono infatti trovati reperti litici risalenti al neolitico, e databili dai 5000 ai 3500 anni fa.
La prima documentazione scritta relativa al borgo risale al 1150 circa cui fanno seguito tutta una serie di documenti che tracciano la storia secolare.
Non solo vicende politiche sono registrate nei documenti man anche due eventi luttuosi che decimarono per due volte il paese, primo tra tutti la peste che colpì il territorio nella seconda metà del 1300 e nel 1500. Per tutto il 1600 il feudo passò di mano in mano e spesso in mani particolarmente violente verso la popolazione. Dal 1700 in poi Carentino segue le sorti comuni all’intero territorio monferrino in particolare e più in generale, del Piemonte e del Regno d’Italia.
Nel minuscolo borgo troviamo da segnalare solo la gialla chiesa della Beata Vergine Assunta originariamente eretta fra il XII ed il XIII secolo ma andò pian piano a cadere in disuso fino a ritrovarsi in pessime condizioni di conservazione già alla metà del 1500. La nuova chiesa venne così eretta nel 1774 ed inaugurata nel 1780. La facciata è semplice, decorata da 4 lesene, queste sono delle semi-colonne appoggiate alla facciata a scopo decorativo. Il portone di ingresso è sormontato da un rosone non decorato e l’interno, a navata unica, è piuttosto semplice, decorato da qualche affresco.