Strevi

Il borgo occupa un ampio crinale allungato ed il suo territorio si estende ad una quota che varia dai 150 metri agli oltre 300 fra i vigneti, dando vita a due agglomerati urbani distinti che in dialetto vengono indicati come “Borg ad sera e Borg ad suta”.

Strevi è uno dei rari comuni in cui la popolazione che nel 1971 contava 1600 abitanti è passato ai 1950 attuali segnando quindi un sensibile ripopolamento.

Di certa origine romana, il primo agglomerato sembra dipendere dalla presenza di un importante collegio sacerdotale che sorgeva nei pressi dell’importante strada “Emilia Scauri” che dall’interno del territorio, da Tortona portava in Liguria. Il collegio chiamato Septem-Viri sembra aver dato il nome al borgo anche se esistono altre più fantasiose teorie. La sua storia scritta inizia nel 991 e racconta di una certa autonomia politica ed amministrativa del paese tanto da diventare Comune nel 1259, data che coincide con la probabile costruzione delle prime fortificazioni e lo spostamento della popolazione sulla parte alta del colle. In questo periodo la maggior parte della popolazione viveva all’interno delle mura, governati dal castellano e tre consiglieri.

Nel 1799 gli abitanti di Strevi opposero una violenta resistenza contro i francesi mettendoli in seria difficoltà, conquistando Acqui e marciando su Alessandria prima di essere sconfitti dall’esercito francese durante una sanguinosa battaglia.

Le fortificazioni rimaste risalgono al 1400, due torri, un ponte ben conservato che permetteva l’accesso al borgo a sud, superando un profondo e ampio fossato, e una porta di ingresso del 1600 con l’archivolto conservato.

Il Castello, che ha subito molte modifiche e rimaneggiamenti, è oggi sede del comune. Le cantine rappresentano la parte più antica della fortezza, restaurate oggi ospitano un museo-enoteca. Di epoca medioevale è anche la base di una torre e i resti di altri torrioni. Realizzato dai Conti Valperga è invece il monumentale camino che impreziosisce la grande sala del Consiglio, mentre rinascimentale è il grande scalone che conduce al piano superiore.

La chiesa parrocchiale nella sua parte più antica è del 1400, la suo abside costruita sui resti di una torre difensiva è parte integrante delle fortificazioni del paese. Intitolata a San Michele Arcangelo la chiesa è stata ricostruita e trasformata nel 1700 seguendo lo stile barocco dell’epoca con una facciata che sfocia nel Rococò-Neoclassico. All’interno decorazioni e dipinti di metà ‘800.

Di una certa rilevanza nella parte a valle del borgo è la villa dei conti Grassi, all’interno un affresco del 1532 che ne data l’intero edificio con una superficie abitabile di oltre 750 metriquadri ed un bel giardino è oggi in vendita.

Strevi vanta ben 12 prodotti a Denominazione Comunale di Origine una certificazione volta alla protezione della tradizione agroalimentare del paese. Fra questi citiamo i grissini stirati a mano, gli amaretti, le torte alla nocciola, i canestrini allo zabaione, fino al torrone che qui viene prodotto dalla famiglia Arata dal 1831 senza variazione alcuna della ricetta originaria.

Non possiamo infine non citare il vino Moscato Passito prodotto nella Valle Bagnario nel territorio comunale, un DOC che sembra avere origine documentata fin dal 1078 e le tecniche di preparazione sono le stesse da secoli.

Si raccolgono i grappoli migliori, si mettono immediatamente a seccare su assi di legno in cascina, a novembre si pigiano e poi si mettono a fermentare insieme a parte delle bucce per 6-8 mesi fino al raggiungimento di una gradazione di 14 gradi, infine prima dell’imbottigliamento, si mette a riposare in piccole botti di legno per sei mesi.

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