San Cristoforo

Nell’Alto Monferrato a 310 metri di quota su un ampio altipiano delimitato dal torrente Lemme e dal torrente Albedosa, sorge il centro vitivinicolo di San Cristoforo, un territorio piuttosto ristretto ma non per questo meno interessante.

L’origine è romano-augustea e l’insediamento, come testimoniano numerosi reperti archeologici, nasce in prossimità delle nuove vie di comunicazione costruite dall’Impero e sembra esistere senza soluzione di continuità fino al Mille, alla fine del periodo detto Alto Medioevo. È di questo periodo infatti la costruzione di una alta torre di avvistamento a pianta poligonale chiamata Torre Gazzolo, eretta per far fronte alle continue incursioni dei saraceni provenienti dalla Liguria. Da questi anni il paese assume una certa importanza militare e politica, nel XII secolo è cinto da mura e bastioni e nel XII secolo sono aggiunti molti edifici militari ma soprattutto è costruito il castello.

Si susseguono così, come ormai è intuitivo i vari nobili signori feudali, dagli Obertenghi ai Parodi agli Spinola che ne detengono il potere dal 1399. Dal XVII secolo il borgo è coinvolto in violente battaglie che vedono protagoniste le truppe franco-savoiarde e poi quelle piemontesi passando nel ‘700 ai Doria di Montaldeo fino a diventar parte del regno di Sardegna. Coinvolto poi in tutte le vicende storiche del territorio fino ed oltre Napoleone, San Cristoforo segue le vicende del Piemonte e dell’Italia fino ai nostri giorni. Nel frattempo il castello, che resta il simbolo del feudo, nel 1826 torna di proprietà degli Spinola che lo vendettero nel 1957 a privati che lo ristrutturarono per aprirlo al pubblico ospitando eventi e manifestazioni. Il castello ha una pianta quadrangolare, si sviluppa su quattro piani e si trova all’interno di una cerchia di mura che comprende altri edifici come la “casa Lunga”, la foresteria, la chiesa parrocchiale e le scuderie per un’estensione di 6.000 metri quadrati e che costituiscono “il complesso del castello”.

A questo si accede da quattro punti diversi del borgo: uno principale dalla Piazza Martiri della Benedicta e tre minori.

Il castello non sembra aver subito nei secoli particolari stravolgimenti architettonici, originale è la difesa dell’ingresso, costituita da un cortile posto all’esterno della cinta muraria. Al palazzo baronale, la parte nobile della fortezza, si accede da uno scalone esterno, muri esterni ed interni erano affrescati. Sempre all’interno del complesso come accennato, inglobata in parte nelle mura, si trova la chiesa parrocchiale che inizialmente non era altro che una cappella gentilizia ad uso dei marchesi e dei nobili e costruita contemporaneamente al castello. In quello stesso luogo nel 1589 fu eretta la nuova chiesa che solo nel 1894, con gli ultimi interventi, ha assunto l’aspetto odierno.

Sulle strade che attraversano il paese si trovano infine quattro cappellette campestri e, a tre chilometri, un’antica pieve risalente all’anno Mille intitolata a Santa Maria di Lemme, ma che ormai fa parte del territorio di Gavi e si presenta purtroppo in cattive condizioni di conservazione.

In questa terra di vini eccellenti ci fa piacere indicare un laboratorio dove sono ancor oggi confezionate calze in filo di scozia o cotone a volte anche su misura, di ottima qualità. Il laboratorio del signor Emilio vale in effetti una visita ed una sosta per ammirare la metodologia di produzione e per acquistare quelle che potrebbero essere le ultime calze prodotte artigianalmente nel borgo.

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