È in una bacheca al museo del Louvre di Parigi il più famoso ritrovamento archeologico di Refrancore, risalente al 1874. Si tratta di una bellissima coppa in vetro soffiato di colore verdemare, finemente decorata con tralci di edera e una iscrizione in greco risalente al I secolo d.C., la datazione fissa così l’origine del borgo, confermandone la sua antica esistenza.
Fu in seguito ad una violenta battaglia avvenuta nel 663 fra Longobardi e Franchi che il fiume, oggi chiamato Gamella, si tinse di rosso per il sangue versato dalle vittime, acquisendo l’appellativo di Rivas Francorum (il fiume dei Franchi).
Questa sembra essere la violenta versione accettata per spiegare l’origine del toponimo del paese che si trova nel Basso Monferrato a circa 13 km da Asti. La storia documentata del borgo inizia nel 1197, da allora le vicende politiche, le guerre, le nobili famiglie, i marchesi, si susseguirono senza sosta. Nel 1355 in un antico manoscritto, il Codex Astensis, rappresentato da un’antica mappa Refrancore viene indicata con un castello, con mura difensive e un piccolo borgo arroccato nel medioevale Ricetto. Il territorio è particolarmente ricco di vicende storiche che non possono certo essere riassunte in questa sede. Certo è che del “castro, loco e Villa” cioè del castello, del borgo e del paese, ancora oggi sono visibili le tracce e anche qualche cosa di più, come le antiche case che formano tre lati di un antico quadrilatero che aveva funzione di fortificazioni. In posizione sommitale, a dominare il borgo che si stringe attorno a lei, si trova l’antica chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, quella che si vede risale al 1660 ma è stata edificata su una preesistente chiesa cinquecentesca, sempre dedicata allo stesso santo. Attualmente non visitabile è in attesa di lavori di restauro. A Refrancore è piacevole passeggiare cercando di scoprire fra le abitazioni antiche e quelle più moderne i segni della storia e l’evoluzione architettonica ed urbanistica.
Ricordiamo infine che qui, nel centro del paese, si trova una pasticceria che prepara i già citati biscotti “Finocchini” dalla tradizione antica e dalle molteplici “proprietà” e caratteristiche tanto che, come racconta il sito web del comune del paese “il dottor Alessandro Colli, ex medico condotto del paese, volle brevettarli come farmaco da vendere agli ammalati per la leggerezza, la friabilità e l’alto potere nutriente”.