Il borgo di Prasco sorge a poco meno di 250 metri sul livello del mare in un territorio collinare e verdeggiante dove la coltura della vite impreziosisce il paesaggio.
Il paese, che si trova sulla sponda sinistra del torrente Caramagna, è diviso in due borgate, come spesso capita in questo territorio in conseguenza della costruzione di vie di comunicazione e soprattutto con l’arrivo della ferrovia. Abbiamo quindi un Prasco Stazione e un Prasco Centro che si sviluppa intorno al suo castello. La storia documentata del paese inizia intorno all’anno Mille quando l’imperatore Ottone concesse questo borgo insieme ad altri ad Aleramo. Molti furono, come più volte abbiamo registrato nella storia dell’intero territorio, i passaggi di mano ed i nomi principali sono ormai quelli noti: i Paleologi, i Malaspina, i Doria, i Gonzaga, gli Spinola, i Savoia e i Gallesio- Piuma. Tutti si avvicendarono a capo del Feudo, ma questi ultimi furono probabilmente i più rappresentativi e i discendenti sono ancora i proprietari del castello.
La costruzione del maniero risale probabilmente al XII secolo con funzioni difensive e di controllo delle molte vie di comunicazione che attraversavano il territorio tra la Liguria e l’Alto Monferrato. Modifiche alla struttura furono approntate nel XVI secolo ad opera dei Gallesio. Il maniero, a pianta quadrangolare, presenta tre massicci torrioni costruiti in mattoni e pietra locale ed all’interno tre cortili posti su livelli differenti. Nei cortili si trovano giardini pensili e un bel parco si sviluppa intorno alla fortezza poco al di fuori della cinta muraria; con 4 pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua, qui si trova una “neviera” risalente al 1600. La neviera allestita al di sotto del livello del terreno, in posizione ombreggiata e fresca, protetta dalla vegetazione, serviva ad accumulare la neve invernale per poterla utilizzare per la conservazione del cibo e delle provviste. In altri paesi del Monferrato si trovano strutture simili, di fatto delle antiche ghiacciaie. Dopo le ultime modifiche e restauri ottocenteschi il castello, che è inserito nel sistema “Castelli Aperti” e quindi visitabile, offre splendidi saloni arredati, le stanze adibite all’attuale abitazione, le sale dedicate all’amministrazione come la sala d’armi, la sala delle udienze e la loggia delle guardie. Nei sotterranei le antiche prigioni. Il Castello è oggi anche sede di una raccolta di utensili, una sorta di museo di cultura materiale i cui oggetti raccontano l’evoluzione dei metodi relativi alla produzione vinicola e dell’apicoltura.
La residenza è anche sede del centro studi su Giorgio Gallesio, personaggio dalle mille doti, amministrative, politiche ma soprattutto naturalistiche e scientifiche. A lui si deve la realizzazione dell’opera “Pomona italiana” (Pomona era la dea romana della frutta), è uno splendido trattato dedicato alla descrizione degli alberi da frutto con l’indicazione delle migliori varietà dei frutteti coltivati in Italia. Il trattato è ricchissimo di tavole illustrate e disegni tratti dal vero.
Per quanto riguarda gli edifici religiosi, sono molte le pievi campestri disseminate sul territorio, ma in passato erano ancor di più, una di queste è la Pieve dei Santi San Nazario e Maurizio risalente al Mille, si trova nel cimitero. L’aspetto è semplice, una facciata a capanna e un particolare campanile a vela, venne edificata sulla via di transito dei pellegrini e fu particolarmente attiva fino agli ultimi anni del 1500 quando fu costruita l’attuale parrocchiale. La pieve fu lazzaretto e poi chiesa cimiteriale durante le pestilenze del 1600.
La già citata parrocchiale intitolata a San Nazzaro e Celso è del 1575 costruita insieme alla casa Canonica è stata più volte modificata anche e soprattutto in epoca recente.
In località Mongiut infine si trova l’interessante giardino botanico dei Mandorli che occupa una superficie di oltre 15 mila metri quadri ed ospita circa 1500 specie di piante, soprattutto quelle con spiccato valore decorativo e anche collezionistico. Esistono infine aree tematiche come quella dedicata alla flora mediterranea, il roseto, le piante aromatiche, il giardino dell’ombra, lo stagno e quello degli arbusti.