Fra Gavi ed Ovada, sulle ultime colline prima di incontrare l’Appennino Ligure, si trova il borgo di Parodi Ligure, in provincia di Alessandria e a dispetto del nome, ancora in territorio piemontese.
La sua posizione strategica, punto di passaggio delle antiche Vie Marenche nate in epoca romana per collegare la pianura al mare e poi raggiungere la Francia, erano vie commerciali, sentieri e mulattiere utilizzate per trasportare le merci e soprattutto il sale. Oggi sono ben segnalate e percorribili a piedi in mountain bike e anche in moto.
Il territorio di Parodi fece parte della Marca della famiglia Obertenga, di origine Longobarda ed il suo nome è citato per la prima volta a metà del X secolo.
La storia del borgo è lunga, molto articolata, la sua posizione geografica fece gola a molti, primi fra tutti i genovesi e poi i Visconti di Mantova, i Doria entrando a far parte della Repubblica di Genova e quindi coinvolta in molte guerre soprattutto contro i franco-savoiardi. Nel 1805 fu annessa alla Francia di Napoleone, poi con il congresso di Vienna, Genova scompare divenendo parte del regno di Sardegna. Solo nel 1859 durante il riordino dello stato Piemontese, Parodi comincia ad affrancarsi da Genova alla quale però rimarrà legata ancora per molti anni. Il borgo era in passato dominato dal castello dell’XI secolo e protetto un secolo più tardi da una cinta muraria. Di queste opere non rimane quasi traccia, il castello infatti fu distrutto nel 1625 durante la guerra contro i francesi e i Savoia e definitivamente raso al suolo dagli austriaci un secolo più tardi.
In centro si trova la chiesa di San Rocco, antica ma modificata più volte nel corso dei secoli, ma il complesso religioso più importante del comune si trova fori dal borgo, il Monastero di San Remigio.
Il complesso sorse nelle vicinanze del torrente Albedosa in un’area paludosa che si allargava fino all’area urbana e che i padri Benedettini bonificarono. Il termine Palaude infatti divenuto in seguito Parodi, richiama direttamente la presenza delle già citate paludi. Il terreno fu dato ai benedettini dagli Obertenghi nel 1033 che qui, dopo aver reso fertile la valle e salubre l’ambiente, costruirono il monastero dedicato a San Remigio.
Sono pochi i documenti scritti ad esso riferito e risalgono al 1143, data dalla quale il complesso monastico comincia a crescere d’importanza e prestigio, divenendo appetibile ai vari signorotti e patrizi genovesi. La sua importanza come centro religioso cresce nei secoli, il monastero diventa la Parrocchiale del paese, e si ingrandisce con l’aggiunta delle navate laterali fino a quando il luogo comincia ad apparire scomodo, così decentrato dal borgo. Abbandonato, il monastero cominciò a deteriorarsi e a crollare parzialmente.
Nel 1982 fu donato al Comune di Parodi che comincia i lavori di restauro, dal 2010, messo definitivamente in sicurezza, è visitabile, la chiesa è sconsacrata e al suo interno sono organizzate manifestazioni ed eventi culturali, durante i quali gran parte degli antichi ambienti sono di libero accesso.