Ottiglio

Su una collina in mezzo ai vigneti sorge il paese di Ottiglio, proprio fra il Barbera e il Grignolino, come è evidenziato nel gonfalone della città, due grappoli d’uva e otto stelle ad indicare le 8 famiglie feudatarie che dominarono ed animarono la sua lunga storia.

Il borgo appare quasi aggrappato al colle con le case una vicina all’altra che scendono dalla cima, dove sorge il castello Insieme alla chiesa, allargandosi verso il basso. Le vie e gli stretti vicoli si sviluppo ad anelli concentrici a formare il tipico ricetto medioevale.

Il castello, distrutto durante le guerre che si sono ripetute nel ‘600, appare come un palazzotto nobile, oggi privato, mentre la chiesa, dedicata a San Germano, eretta nel 1761 utilizzando molto materiale recuperato dalle rovine del castello, si presenta con una facciata piuttosto sobria ed austera.

L’interno, invece, sorprende per la ricchezza delle decorazioni ed è impreziosito da pregevoli tele, affreschi della fine del ‘500, materiale recuperato dalla chiesa preesistente che sorgeva sullo stesso sito, come sculture ed un imponente quanto prezioso coro ligneo, vera perla di questa chiesa. Interessante nella parte bassa del paese è la chiesa di Sant’Eusebio, molto antica, utilizzata per la sua ottima acustica per concerti di musica e coro.

Se le vigne appaiono chiaramente nel paesaggio di Ottiglio, è altrettanto vero che non di solo vino vive il paese.

Qui sono allevati circa 450 capi di bovini di Razza Piemontese di alta genealogia, una eccellenza a livello nazionale, e qui fortunatamente ha ripreso vita una manifestazione agricola dedicata a questa attività, la Fiera del bovino

di Ottiglio. Una tradizione nata nell’800 che si era interrotta negli anni 70 del ‘900. Una sagra vera, tradizionale, con una grande affluenza di pubblico ma soprattutto dedicata agli allevatori che oltre a mostrare i propri campioni, hanno tempo ed opportunità per confrontarsi.

A testimoniare l’importanza di questo settore, il Sindaco del paese in un intervento ha affermato: “L’allevamento rappresenta, ancora oggi, un vero e proprio patrimonio culturale locale che mette al centro il benessere degli animali, la loro cura e quella del loro ambiente. Questo si traduce in carni con caratteristiche eccezionali, apprezzate in tutto il mondo”.

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