Appoggiato all’Appennino Ligure sulle ultime falde delle colline dell’Alto Monferrato, fra la Valle del Lemme e la Valle del Garzente, sulla Via del Sale, sorge l’abitato di Mornese, comune dell’Ovadese con poco più di 730 abitanti.
Parte del suo territorio si trova nel Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo.
Le origini del nome non sono certe, la più accreditata considera come primitivo appellativo quello di Molanesio dal latino che significherebbe “mulattiera” o “mulattieri”, in considerazione del fatto che il territorio era attraversato da sentieri percorsi da trasportatori di sale con i muli. Con questo nome appare nei primi documenti storici a lui riferibili che risalgono al 1188 anche se probabilmente esistono documenti di monaci genovesi già nel 1065.
Nel 1200 il borgo ricopriva già un certo interesse per i commerci e per la posizione fra il mare e l’entroterra. Pare che alla fine del ‘200, precisamente nel 1271, furono costruiti due castelli: uno dall’Abate del Sant’Eremo di Ponticello, oggi al suo posto la chiesa parrocchiale, e l’altro proprio di fronte al primo, dalla potente famiglia genovese dei Rosso della Volta, sul colle di Berguato. Il borgo ed il suo castello passarono di mano in mano dai marchesi di Monferrato ai Doria, dai Passano ai Pallvicino e poi nel 1628 ai Serra, a Giovanni Battista, la cui famiglia lo amministrò per più di un secolo e mezzo. Dalla fine del ‘700 altre potenti famiglie gestirono il feudo ed il castello fino alla prima metà del 1800 quando tornò definitivamente in mano ai Doria di Genova seguendo quindi gli eventi del Piemonte e dell’Italia fino ai giorni nostri. Mornese è dominato dal suo castello, che presenta un buono sviluppo verticale e grandi finestre, e si raggiunge percorrendo un ripido sentiero che parte da una piazzetta dove sorgeva l’antico palazzo comunale. L’origine della fortezza è della prima metà del 1200 ma esso subì una completa distruzione ad opera delle truppe liguri nel 1404. Dell’antica struttura non rimasero che delle mura che oggi limitano il giardino interno. Ricostruito dai Doria passò come già raccontato di mano in mano, fu con la famiglia Serra nel ‘700 che il castello subì le definitive modifiche che lo portarono ad avere le caratteristiche del palazzo signorile di campagna pur mantenendo molto dell’impianto originario. Da una delle sue torri, dall’ampia vetrata, si gode un panorama sulle Alpi. Dal 1800 il castello è di proprietà dei Doria. Fra gli edifici religiosi troviamo la parrocchiale di San Silvestro del 1590 ma molto modificata nel corso dei secoli, soprattutto dall’800 in poi.
La cappelletta di San Rocco del XVI secolo di modeste dimensioni e costruita in pietra locale era destinata a luogo di preghiera contro le pestilenze che ciclicamente si sono abbattute sul territorio in quegli anni.
Il paese è ben conservato, le sue piazze presentano palazzi e case d’epoca ed una descrizione dettagliata del borgo si trova sul sito del comune, insieme alle indicazioni delle altre chiese e cappelle campestri disseminate nel territorio e raggiungibili percorrendo splendidi sentieri segnalati ed attrezzati. Qui, nel 1837, nacque Santa Maria Domenica Mazzarello che fu la fondatrice insieme a Don Bosco dell’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e in paese molti dei luoghi da lei frequentati compreso il collegio, sono visitabili.