Il Paese si trova in una zona naturalistica di grande rilevanza e particolarità, in posizione rilevata in un territorio di transizione che dalla pianura Padana sale dolcemente verso le colline per poi inasprirsi verso l’Appennino.
Maranzana è sul confine della provincia astigiana e quella alessandrina e lambisce una importante e antica area naturalistica protetta chiamata Bosco delle Sorti – La Communa.
Questa particolare zona denominata SIR, Sito di Importanza Regionale, pare rivestire una grande importanza già dal XIII secolo come testimoniano molti documenti che menzionano il territorio Communa (oggi Bosco delle Sorti) con dispute relative alla possibilità di sfruttamento o di passaggio che si sono ripetuti fino al 1599, quando l’area viene distribuita e suddivisa in 7 contrade.
Nonostante queste secolari dispute il bosco mantiene quasi intatto il suo patrimonio di flora con castagni, querce, roverelle, orchidee selvatiche e una ricca fauna. All’interno dell’area protetta si sviluppa una serie di sentieri percorribili a piedi o in mountainbike che si addentrano nel bosco e raggiungono le prime propaggini degli Appennini in un ambiente incontaminato e che offre panorami molto suggestivi.
Oltre al bosco a caratterizzare il paesaggio che circonda l’antico borgo ci sono le viti coi loro ordinati filari che ricoprono intere colline. L’origine del borgo pare essere molto antica e potrebbe risalire al 500 a.C. quando l’intera regione diventò Gallia Cisalpina.
Da allora Maranzana, che dal 1500 porta questo nome dopo varie evoluzioni e trasformazioni, ha subito secoli e secoli di invasioni, guerre, battaglie, testimoniando il passaggio di numerose nobili famiglie: dagli Aleramici ai Gonzaga, fino al 1670 quando ad acquisire il titolo sul feudo, fu la famiglia alessandrina di Francesco Ghilini che lo tenne fino al 1832.
Da allora in poi il feudo attraversò il risorgimento italiano, e poi le Grandi Guerre seguendo le sorti di una Italia ormai unita. Il borgo ha subito nell’ultimo secolo una pesante emigrazione ed oggi gli abitanti sono meno di 300 e vivono nel centro storico che qualche segno del tempo lo accusa, dominato dal castello del 1100 che invece è in buone condizioni come le torri e la cinta muraria.
Il castello, visitabile tutto l’anno, è una imponente struttura fortificata con torri a base tonda e quadrata che ben si collega alla alta cinta di mura costruite per proteggere il lato del villaggio che guarda la vallata dove scorre il torrente Cervino. Le mura poi si uniscono alla torre principale che pare essere preesistente alla costruzione del castello stesso ma che ne riprende i motivi architettonici decorativi.
Il borgo o almeno la parte centrale, il ricetto, era poi protetto da un fossato, nella piazza si trova una ulteriore struttura medioevale, risalente al 1200, la torre civica, ottimo punto panoramico verso le montagne.
Nei pressi del castello si trova l’Oratorio dell’Annunziata probabilmente di poco antecedente al 1600, altri edifici religiosi sono la chiesa di San Sebastiano dall’aspetto barocco ma sicuramente modificata nel tempo e la chiesa parrocchiale. Questa, seicentesca, a tre navate, pesantemente modificata nel 1879 è dedicata a San Giovanni Battista e Santa Emerenziana.
Nel palazzo del Municipio infine è allestito un piccolo museo dedicato al navigatore Giacomo Bove, autore di spedizioni avventurose in tutto il mondo e che fu a bordo della nave che aprì il passaggio a Nord-Est. Sul sito ufficiale del comune di Maranzana si potrà leggere un breve ma entusiasmante profilo del navigatore morto nel 1877.
Il paese medioevale da qualche anno ha animato i suoi vicoli, le terrazze, le piazze e i giardini con dei personaggi di pezza vestiti di tutto punto che prendono il nome in dialetto piemontese di Babaci, dei pupazzi in grandezza naturale. Questi personaggi, ormai numerosissimi raccontano figure ormai scomparse, episodi, tradizioni, ma soprattutto la vita quotidiana del paese. Un modo coreografico di ripopolare il paese che ha riscosso un certo successo nei turisti che qui amano scattare fotografie mischiandosi a questi personaggi fantasiosi che in particolare da aprile a settembre animano il villaggio.