Lu e Cuccaro sono oggi uniti in un Comune, ma hanno storie distinte.
Poiché la storia di Cuccaro Monferrato è legata alla millenaria casata dei Colombo, i primi documenti si riferiscono proprio a questa famiglia, che sarebbe stata investita del feudo di Cuccaro (e di altri otto paesi) dall’imperatore Ottone I nel 960. Si usa il condizionale perché, secondo alcuni ricercatori, tale documento sarebbe falso, anche se è stato trovato dal Comune presso l’archivio di Stato di Torino, in una trascrizione del 15 marzo 1460. Nel XIV secolo, numerose sono le conferme di investitura a favore dei Colombo di Cuccaro, tra cui quella del 10 gennaio 1341 e quella del 17 dicembre 1376. Sulla base degli archivi parrocchiali passati in rassegna in questi ultimi anni, il ricercatore locale Pietro Canepa ha pubblicato il libro “Cuccaro, c’era una volta”. Esso ricostruisce la storia e l’anima di questa comunità (passata da meno di 200 abitanti dell’epoca medioevale, ad un massimo di 1300 nel 1901, e ai 351 residenti di oggi). Una storia caratterizzata da una povertà endemica, a cicliche pestilenze e incessanti incursioni di soldataglie ora francesi, ora spagnole, ora alemanne sempre pronte a depredare e distruggere. Questo è solo un piccolo cenno del passato, per riviverlo da quei giorni ai drammi della prima e seconda guerra mondiale, ai giorni nostri si rimanda il visitatore al libro citato, reperibile presso il municipio di Cuccaro Monferrato o presso la tabaccheria locale.
Per le curiosità afferenti Lu, tra il 1911 e il 1915 a Lu si decide l’avvio del progetto di illuminazione pubblica mediante energia elettrica. Un vasto impianto elettrico monferrino sostituisce i vecchi lampioni alimentati da gas e accesi grazie al lavoro quotidiano dei lampionai. Con Determina della Prefettura di Alessandria del 17 aprile del 1913 viene infatti concesso alla Società Generale Casalese di Elettricità di attuare l’impianto elettrico per portare la luce nei paesi del Monferrato: il sobborgo di San Germano, i paesi di Occimiano, Mirabello, Lu, Conzano Camagna, Frassinello, Olivola, Grazzano, Ottiglio, Sala, Cellamonte, Rosignano, Terrugia, Borgo San Martino, Ticineto e Valmacca. A Lu la direttiva viene recepita con consiglio comunale del 19 marzo del 1914 a seguito di un dibattito interno alla comunità già vivo nei primi anni del ‘900. Con una Delibera di Giunta del 6 settembre dello stesso anno l’amministrazione comunale luese decide un primo aumento delle lampadine pubbliche e nel 1929 si procede con l’ampliamento dell’illuminazione pubblica presso le frazioni Martini, Bodelacchi, Trisogli e Borghina. Dopo le limitazioni degli anni Quaranta del Novecento, l’illuminazione pubblica in paese viene potenziata dopo il secondo conflitto mondiale già a partire dal 1949 e, in modo più deciso ed evidente, negli anni Sessanta. Il lampione situato all’angolo fra via Mameli e via Montalto nel centro storico di Lu conserva e manifesta la memoria di questo percorso. Ancora evidenti le tracce sul tessuto murario dello spazio che ospitava la carrucola con la quale il lampionaio poteva accendere la fiamma del lampione prima del 1914. Oggi lo stesso lampione dalla struttura in mattoni ospita l’illuminazione elettrica continuando a dispensare luce in uno degli angoli più suggestivi di Lu.