La Big Bench numero 51 immersa nelle vigne di Ruché e per questo colorata di rosso rubino segna l’ingresso del borgo di Castagnole Monferrato, allungato su un crinale circondato da colline. Del bosco di castagni da cui era avvolto lo sperone roccioso rimane traccia solo nel toponimo del paese dove oggi vivono quasi 1200 persone.
Storia millenaria la sua, con testimonianze ancora presenti e visibili in tutto l’agglomerato urbano soprattutto nella zona del ricetto fortificato, con resti di muraglioni, torri e contrafforti risalenti al ‘300, con palazzi di età poco più giovane e chiese di epoca barocca. Quest’area di confine è la patria del Ruchè, vino rosso DOCG, pregiato, ancora troppo poco conosciuto fuori dai confini piemontesi, di origine antica ma praticamente dimenticato fino al 1964, anno in cui il parroco di Castagnole ritrovò questo vitigno all’interno delle vigne della parrocchia e provò a vinificarlo decretandone la sua “resurrezione”.
Il borgo fortificato possiede quella che è considerata la più grande meridiana del mondo ed è naturalmente dedicata al vino e dipinte sul muro queste parole: “Se a Castagnole qualcuno vi offre il Ruché è perché ha piacere di voi”. In una delle sue cantine scavate a mano nella roccia, si trova inoltre il torchio più grande d’Europa. Le cantine sono diffuse capillarmente a Castagnole, quasi ogni casa ne possiede una, tutte diverse per forma, dimensioni e motivi ornamentali. Queste sono differenti dai più noti Infernot, infatti in questa zona del basso Monferrato prendono il nome di Crutin. Sicuramente visitabile quello che si trova all’interno dell’azienda Vinicola Luca Ferraris. Fra gli edifici religiosi troviamo la parrocchiale di San Martino ricostruita sulle macerie di una precedente cappella nel 1756 anche se la decisione di edificare una nuova chiesa fu presa nel 1714. In stile barocco è a tre navate e le cappelle sono decorate da tele del Moncalvo, barocca è anche la chiesa dell’Annunziata.
Particolarmente suggestivo, ubicato sempre nella zona del ricetto dove sorgevano le mura difensive, è il giardino dell’ex Asilo Infantile di Regina Elena. uno spazio verde incastonato fra un grande edificio della seconda metà dell’800 impreziosito da una tripla scalinata incrociata costruita in mattoni, sicuramente più antica, che porta in una posizione sopraelevata panoramica di grande effetto, qui vengono organizzati incontri teatrale ed eventi.
Da Castagnole, in particolare nei pressi della panchina gigante, dove si trova anche un punto di ristoro con degustazione di vino, partono molti itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta e sono evidenziati da una cartellonista che si trova a poca distanza da uno spiazzo dove lasciare le auto. Sono percorsi ad anello o aperti che si diramano su facili sterrati, strade bianche che attraversano le vigne e le colture, lontano dall’asfalto.