Il borgo si trova nell’Alto Monferrato e la sua particolare posizione lo pone come spartiacque tra il fiume Bormida ed il torrente Orba suo affluente. Immerso nella natura, il paese è luogo ideale per organizzare passeggiate che qui sono ben segnalate e spesso partono proprio dal centro del borgo e hanno una lunghezza media di 5 km, la maggior parte dei sentieri è percorribile anche in MTB.
L’originario insediamento si trovava molto probabilmente nella vallata adiacente al convento di S. Donino e rappresentava una facile preda delle scorribande saracene, proprio uno di questi eventi portò la popolazione a rifugiarsi più a monte sul crinale in zona leggermente più protetta.
Questo evento è citato in un documento in latino datato 999 e rappresenta la prima apparizione scritta del nome del paese. Fu parte dei possedimenti dei Marchesi di Monferrato che lo persero per una decina di anni a favore degli Angiomi per poi riacquistarlo. La storia di Carpeneto passa di signoria in signoria, coinvolgendo i duchi di Mantova e ancora di mano in mano fino alla famiglia Pallavicino nel 1841, ma in questo caso ormai parliamo solo della proprietà del castello e non dei diritti feudali.
Proprio intorno al castello fortificato a partire dal secolo X si è sviluppato il nucleo storico del paese che ha mantenuto per secoli l’antica struttura urbanistica anche se spesso edifici, mura e chiese sono state ricostruite più volte formando una sorta di stratificazione storica che racconta i complicati e molteplici eventi.
Il castello è in posizione rilevata e dominante, originariamente fu costituito fra una singola torre, un Mastio circondato da una cinta muraria e un fossato. Nei secoli successivi acquisì la classica conformazione delle rocche medioevali apparendo particolarmente imponente e dalla pianta irregolare.
Il perimetro e lo sviluppo dell’architettura andavano adattandosi alla morfologia del sito e crescevano intorno alla torre fatta di pietre e mattoni sulla quale insisteva un ponte levatoio i cui segni sono ancora visibili. Nel XVI secolo il fossato fu riempito e la fortezza cominciò a trasformarsi in palazzo nobiliare e nel secolo successivo gli spazi interni divennero saloni eleganti, biblioteche, sale da pranzo affrescate e soffitti a cassettoni; una grande e monumentale scala conduceva al piano nobile.
Molto ben conservato e dipinto a nuovo è il palazzo comunale che dalla documentazione esistente pare essere lì con la stessa funzione dal XII secolo, naturalmente modificato e rimodernato, pare essere lo stesso edificio costruito nel 1687 con la sua forma ad arco ad orlare metà della piazza; è dotato di portici e di una bella struttura a due piani con abbaini e un grande orologio, sicuramente è uno degli elementi distintivi del paese.
Di notevole interesse è il settecentesco palazzo Lanzavecchia Fallabrino, imponente nella sua struttura a 4 piani con finestre ad arco e verande, circondato da un bel giardino; possiede anche una cappella privata, bella ed esauriente la descrizione del palazzetto che si trova sul sito ufficiale del comune di Carpaneto.
Per quanto riguarda gli edifici religiosi, la parrocchiale intitolata a San Giorgio ha una origine incerta anche se la data accreditata è tra il 1100 e il 1200 mentre documentazioni certe risalgono al 1500. Si sa che la chiesa si trovasse in pessime condizioni, situazione che andò peggiorando senza trovare una soluzione fino al 1719, data di inizio lavori di riqualificazione, ampliamento e abbellimento che portarono il tempio all’attuale architettura in stile classico barocco. Nel borgo, allontanandoci dalla parte centrale del ricetto e nelle frazioni limitrofe ci sono almeno altre sette chiese fra le quali la Cappella di Sant’Antonio proprio sul piazzale di fronte al castello: questa rappresenta una delle più antiche chiese di tutto il Monferrato ed è priva di qualsiasi arredo.
Nel nuovo cimitero del paese, infine, segnaliamo la tomba di Edoardo Garrone nativo di Carpento, capostipite della famiglia di petrolieri genovese. Le decorazioni, gli altorilievi e le statue in bronzo sono state realizzate da Francesco Messina ché è autore di alcuni dei maggiori monumenti del Novecento italiano.