Camagna si trova in cima ad un colle a soli 260 metri di altitudine, ma ciò nonostante la sua posizione le permette di offrire un ottimo panorama sui paesi circostanti e soprattutto, in giornate limpide, sulle Alpi e sull’Appennino ligure.
Come la gran parte dei paesi del Monferrato anch’esso condivide una storia millenaria, certamente movimentata nell’epoca feudale.
Ma la storia di Camagna comprende i tragici eventi della seconda guerra mondiale che vede protagonisti i suoi cittadini, membri della formazione partigiana “III brigata Matteotti” conosciuta col nome di Banda Lenti, i cui membri furono catturati e fucilati nel 1944 ed ai quali è dedicata la piazza principale del paese.
La cittadina in epoca medioevale, come la maggior parte dei borghi monferrini era dotata di un castello, ormai scomparso, i cui ruderi sono però ancora visibili.
Oggi a dominare il suo skyline è la monumentale cupola della chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio, originaria del 1581 ma più volte demolita e ricostruita. La cupola con un diametro di 10 metri e un’altezza di 32 è opera di Crescentino Caselli, allievo del celebre architetto Alessandro Antonelli, al quale dobbiamo la cupola della basilica di San Gaudenzio a Novara e la Mole Antonelliana a Torino. All’interno della chiesa da evidenziare un grande dipinto raffigurante la SS. Trinità con la Vergine e San Giuseppe, opera del pittore Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo”.
A caratterizzare l’ingresso del paese si trova uno dei murales più grandi d’Italia, opera di Silvana Berra, artista locale, che ha riprodotto una bella veduta della cittadina.
Camagna Monferrato possiede moltissimi di Infernot e quindi la ritroviamo a buon diritto nell’itinerario dedicato a queste strutture ipogee, ma solo 8 sono aperti al pubblico e solo su appuntamento. In uno di questi sarà possibile scoprire e verificare una vecchia tradizione, una consuetudine singolare, quella di murare all’interno della cantina, in nicchie appositamente scavate, un certo numero di bottiglie, in occasione della nascita di ogni figlio. ll muretto veniva poi abbattuto al compimento del diciottesimo anno di vita del nuovo nato, se maschio, o poco prima delle nozze se femmina, in questa cantina si trova una di queste nicchie murate con incisa la data del 1948 e dedicato ad una figlia, il muretto è ancora intatto, non è mai stato abbattuto, segno che probabilmente non è mai convolata a nozze.
Per gli appassionati di Big Bench qui si trova la panchina gigante numero 119, dai colori rosso e verde.