Bistagno

Ancora non sono state del tutto chiarite le disquisizioni linguistiche relative al toponimo assegnato al borgo, da un lato, seguendo le origini più latine, potrebbe voler indicare la posizione alla confluenza di due corsi d’acqua che confluiscono nel Bormida. Seguendo invece un etimo più celtico il nome starebbe ad indicare “piccolo fagiano”, ma francamente poco importa agli abitanti del borgo.

Il paese fu fondato nel 1253 come luogo di difesa fortificato su una importante via di comunicazione che dalla Liguria portava nell’entroterra. Lo sviluppo urbanistico del borgo segue un perfetto triangolo, con un lato del paese che si affaccia sul fiume e quindi maggiormente protetto. Qui si possono scorgere ancora gli antichi lavatoi scavati nella pietra. In un vertice del triangolo sorgeva poi il castello di cui ormai rimane solo una torre a pianta quadrata.

Nella via principale dove si innestano 6 contrade parallele si possono osservare ancora alcuni antichi palazzi in discrete condizioni di conservazione, la chiesa di San Giovanni Battista eretta nel 1259 ma ricostruita nel corso del XVII secolo e dagli interni arredati con particolare eleganza.

Altri edifici religiosi sono l’oratorio della Santissima Trinità del ‘700, la cappella di San Rocco e, più distante dal centro verso il cimitero, l’antica parrocchiale del paese, la settecentesca chiesa di Santa Maria Assunta dove si possono notare ancora le tracce dell’originaria pieve romanica.

A Bistagno inoltre si trova una delle cinque Gipsoteche divenute musei del territorio piemontese, questa, ospitata in un elegante palazzo, è dedicata alle sculture di Giulio Monteverde nato qui nel 1837 ed attivo e molto apprezzato per tutto l’800.

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